Torino è pericolosa o no? Dipende, soprattutto da te.

Torino è una città pericolosa? Dipende. Da te.
4 minuti di lettura

Riassunto di tre mesi di cronaca nera nel 2019 in quel di Torino, un po’ in ordine sparso.

Immagino tu cercassi informazioni su quanto è sicura Torino, e forse queste notizie ti stanno mettendo qualche dubbio. Forse anche un po’ di ansia. Calma…

Torino è una città pericolosa come la dipingono giornali e TV in questo periodo? Si può girare per stada la sera senza paura di maniaci, ladri o assassini?

Troppe domande tutte assieme. Partiamo da qualche fatto.

I dati sulla criminalità a Torino

Ogni anno Il Sole 24ore pubblica una dettagliata statistica sull’indice di criminalità delle province italiane, una buona approssimazione di come vanno le cose anche nelle città capoluogo.

Categoria omicidi volontari, tentati e infanticidi: in testa è Vibo Valentia (15,5 ogni 100mila abitanti), seguita da Nuoro e Foggia. Torino è quarantacinquesima, con 2,38. Cagliari 43ma. Mi sento già più al sicuro.

Categoria violenze sessuali: prima Trieste (23 stupri ogni 100mila abitanti), seconda Bolzano, terza Milano. Torino è ventisettesima, 8,73 stupri. Cagliari trentesima, 8,51. In questo caso ci ho perso, ma non di molto. E poi dubito di essere appetibile per maniaci di qualsiasi tipo.

Categoria stupefacenti: vince Genova (114 reati ogni 100mila abitanti), seguono Roma e Ravenna. Torino è 38ma e precede Cagliari di 2 posizioni. In compenso Cagliari +13%, Torino +6%. Stiamo lavorando al sorpasso.

Categoria attentati a sindaci: non ci sono dati, mi dispiace.

A livello aggregato, Torino è la quarta provincia più “pericolosa” d’Italia, con 5600 reati ogni 100mila abitanti, superata solo da Milano, Rimini, Bologna, e Firenze. Cagliari finisce 80esima, una salvezza tranquilla.

A incidere in negativo sono soprattutto i furti: scippi, case svaligiate, auto rubate, rapine. Questi numeri dimostrano che Torino è una città pericolosa?

Il pericolo reale vs il pericolo percepito

Quanto ti senti mediamente minacciato? Perché al di là di ogni dato numerico, è la tua percezione che potrebbe farti pensare che Torino è una città pericolosa.

Se vuoi il mio personalissimo parere di abitante di questa città, Torino non è pericolosa. O almeno, non lo è più di altre realtà analoghe. E soprattutto: non lo è sempre e non lo è dappertutto.

Prima di prendere per buono ciò che ti dirò, meglio sottolineare che chi ti scrive è uomo (a riparo dalle aggressioni sessuali, o almeno spero!), giovane e in forma (avessi 70 anni non potrei scappare da eventuali pericoli con altrettanta facilità), che frequenta un corso di autodifesa e che ha bazzicato – un po’ per necessità un po’ per caso – zone “movimentate” della sua città natale.

Immagino di scrivere a persone adulte, capaci di riconoscere il pericolo e non ficcarcisi di proposito. Se a 30 anni ancora accetti caramelle dagli sconosciuti, porti addosso in bella vista contante o valori, giri con nonchalance alle 3 del mattino in zone frequentante solo da balordi…il pericolo te lo crei, non lo subisci.

Se invece sei mediamente prudente, saprai subito riconoscere che è vero che a Torino ci sono zone più pericolose di altre, ma che le Barriera di Milano esistono in ogni città d’Italia. A Cagliari si chiamano Sant’Elia o San Michele. A Palermo ZEN, a Napoli Scampia, a Milano Quarto Oggiaro o Barona .

Senza contare che perfino la “famigerata” Barriera non è bollabile in blocco come un quartiere degradato e pericoloso. Anzi, assieme ad Aurora è probabilmente l’area di Torino che verrà riqualificata di più in futuro.

Il pericolo, come detto, dipende soprattutto dalla tua percezione del pericolo. Informandoti un po’, confrontandoti senza pregiudizi, e soprattutto seguendo le regole del buon senso valide qui come a Milano, Cagliari, New York o Reykjavik, a Torino starai benone.

In termini strettamente statistici, qui è più facile essere falciati da una macchina mentre attraversi sulle strisce che essere così tragicamente sfortunati da incrociare un assassino sul lungo fiume. È più facile morire d’inquinamento che essere vittima di una rapina.

Ma questo, ovviamente, non fa vendere giornali. In ogni caso, per scoprire se Torino è pericolosa oppure no, il consiglio è sempre quello: vienila a visitare, anche solo per un weekend, e fatti una tua idea.

Poi però torni su questo blog e lascia un commento per dirmi se avevo ragione o meno!

Photo Credits: Marco Coda Mer via Flickr

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Cagliaritano classe 1982, web marketer appassionato di basket, giochi di ruolo, viaggi. Dal 2014 vivo (a) Torino, ma ancora non ho imparato a fare i controviali.

5 commenti

  1. B.
    20 Agosto 2020

    Perdonami Rob,

    D. NON fa il tassista!!
    D. Ti sta dicendo che per sicurezza, non prende più i mezzi pubblici.
    Che ormai ha paura nella sua città.
    Forse ti è più facile non volere vedere la realtà :
    TUTTA ITALIA, TUTTA EUROPA sta andando alla deriva.

    Subito si parla di razzismo, l’unica parola trovata, che in realta poco vuol dire in questa situazione allarmante, per contrabbattere chi osa esprimere il suo scontento.
    “E colpa nostra che abbiamo sfruttato questi poveri popoli ed ora dobbiamo assumerne le conseguenze….è colpa nostra che non sappiamo integrare, aiutare…”
    Ora basta coni sensi di colpa, e“ i pregiudizi ideaologici “ come dice giustamente D.

    Per la tua risposta a D. Sul fatto di integrare aiutare etc….c’è molto idealismo ed ingenuità…..la mia amica, e sua sorella che per anni hanno lavorato in centri di accoglienza, hanno da un anno. buttato la spugna, mi dissero : “non si integrano—-ci odiano——non c’è nulla da fare.”.
    Nota bene “ ci odiano” questa ahimè è una realtà che in tanti non vogliono accettare, ma è cosi.
    Prima di dare lezioni di bontà, di tolleranza, di accoglienza ed integrazione bisogna vivere le realtà. Poi ne parliamo.

    Casa sua, un appartamento una volta ( ti parlo di 3 anni fa) delizioso , tranquillo e sereno dove andavo spesso a rifugiarmi quando volevo evadere dallo stress della città, è ora in mezzo ad una comunità africana, e lei che mi diceva sempre che esageravo, mi dice ora di stare attenta la sera, che preferisce venirmi a prendere in stazione in macchina quando arrivo alle 21 e fa buio.

    Ora ha cambiato idea, di centri di accoglienza non ne vuol più sentir parlare.
    Di corsi di integrazione nemmeno.
    Andava anche in Africa a portare materiali per le scuole, acquistati qui con i nostri doni. Anche questo ha smesso di fare, si è arresa.
    Per dire, che anche essendo pro- migranti, se onesti intellettualmente, ad un certo punto si guardano le cose in faccia .

    Vado spesso a Parigi per lavoro, li è una tragedia. Il degrado della città fa male al cuore. La sporcizzia, la violenza, le inciviltà.
    E non si puo dire che Parigi non abbia fatto l’impossibile in termini di accoglienza : li anche nei quartieri piu pregiat hanno dato alloggi sociali, perchè” non è giusto che i migranti si sentano esclusi dai nostri privilegi… “
    Certo, con un dettaglio : che forse chi non ha mai alzato un dito per ottenere tali privilegi, forse forse non ne valuta il valore, e le esigenze non hanno più limiti.
    Ed invece di essere riconoscenti, e prendere cura di cio che gli è stato dato, mentre noi tutti la casa ce la siamo pagata col sudore, distruggono, sporcano e degradano.

    Non è generalizzare: questa è la situazione generale.
    E hop, ecco che alcuni penseranno : parlano i soliti razzisti..!
    Tristemente è un argomentazione sterile e dimostra in se la mancanza di elementi per controbattere e dimostrare il contrario di quanto detto.

    Comunque sia, io a 45 anni, ho paura per il nostro paese, per l’Europa, in tanti pensiamo che se si continua cosi , prima o poi qualcosa di grave succederà. Si sta vivendo una situazione ingestibile.

    Si, ci sono oasi nelle città, dove si puo -ancora- vivere serenamente, ma queste oasi, sono sempre piu piccole e rare.
    Bisogna comunque che si smetta di scindere la popolazione in razzisti e non razzisti. Non è assulamente la tematica del problema, che va molto, ma molto oltre .

    Rispondi
    1. Rob
      24 Agosto 2020

      Ciao B., benvenuta.
      Innanzitutto grazie per avermi fatto notare l’errore di comprensione nel post di D. Vero, non è tassista ma usa i taxi per necessità. Chiedo scusa anche a D. per il fraintendimento.
      Ma ora rispondo a te. Dici che nella mia risposta c’è idealismo e ingenuità. Forse è vero, ma mi fa piacere pensare che sia proprio grazie agli ideali e non allo sterile pragmatismo che il mondo faccia passi avanti e vada oltre il “si arrangino”.
      Perché poi, razzismo o idealismo, la domanda è sempre la stessa: cosa dobbiamo fare?
      Sparare sui barconi così che tornino indietro?
      Fottercene e girarci dall’altra parte?
      Aiutarli a casa loro?
      Aiutarli qui?
      Questo blog non fa politica, cerca di mostrare la città di Torino a chi non la conosce per come la vivo io, essendo un blog personale.
      Che a Torino ci siano tanti immigrati è un dato di fatto.
      Che siano stati lasciati a se stessi e siano nate tensioni con i “locali”, è un altro dato di fatto.
      Ma il fatto è che loro ci sono. Non sono polvere che puoi nascondere sotto tappeti chiamati Barriera di Milano, Madonna di Campagna ecc.
      Torino ha accolto da decenni immigrati. Prima erano i “napuli”, ora sono i “mau mau”. Ma sempre persone erano.
      Citi come esempio virtuoso ma non riuscito Parigi. Io ti rispondo “banlieue”.
      Dici che tua sorella ci credeva e ora non ci crede piu. E a me dispiace.
      Ma sorella ha lavorato tanti anni in un CPIA. Bengalesi, marocchini, algerini, senegalesi a imparare l’italiano. Desiderosi di integrarsi, che fanno ciò che possono. Sarà mica che basta dare una possibilità? Sarà mica che il singolo episodio negativo fa molto più rumore di tante storie belle?
      Non credo sia questione di razzismo, ma di empatia. Molti non capiscono, e non capiranno, finché non saremo noi quelli sui barchini.
      O forse lo siamo già stati, secoli fa, quando gli italiani venivano ghettizzati negli USA e negli altri paesi d’Europa, e ci hanno messo decenni a togliersi l’etichetta di rifiuti umani?
      Ma ripeto, questo è un blog personale, queste sono le mie opinioni. Io credo che il tuo non sia razzismo, se ti può consolare. Ma non sono d’accordo con te, pur rispettando le tue opinioni.
      Un abbraccio!
      Rob

      Rispondi
  2. D
    1 Agosto 2019

    Reputo anche la cosiddetta “percezione” un valore piuttosto forzato e lo si capisce dal giro funambolico che va a scomodare il classico meccanismo “aereo in percentuale più sicuro dell’auto” con la differenza che qui è un altro paio di maniche. Si può dire che Torino sia mediamente sicura in pieno giorno e in aree densamente frequentate ma purtroppo, il rischio di aggressione rimane elevato. È il segreto di pulcinella che, complice una pessima gestione degli ingressi, l’alta percentuale di pregiudicati nordafricani sia la prima causa di aggressioni per rapina e spaccio, ad esempio. Qui, piuttosto che generalizzare, parliamo nello specifico di un fenomeno tangibile al netto di una certa onestà intellettuale: c’è chi arriva in pace e chi ha già un piano di battaglia, una testa di ponte e una solida base sul territorio. Prima dell’arrivo dei predoni in questione Torino era nettamente più sicura, ci sono pochi santi che tengano. Possiamo citare, sullo stesso piano, l’arrivo di malavita italianissima ma non autoctona ed il suo controllo sugli stessi fenomeni di spaccio, l’arrivo di mafie estere dedite a furti e riciclaggio, per non parlare della prostituzione. Gli stupri aumentano e si aggravano per le stesse cause: non possiamo aiutare i disperati, che si adattano, e facciamo entrare criminali. Inevitabili le conseguenze. È ora di parlare chiaramente e senza pregiudizi ideologici, perché la sicurezza è nostra, di chiunque faccia parte di questo territorio e si senta parte integrante, da qualunque posto provenga, qualunque siano i suoi credo, la sua personalità. Su una cosa sono d’accordo, dipende anche da noi..ma non assumendo atteggiamenti evitanti e rassegnati, come vivessimo scollegati da quel che ci circonda. Dipende dal prenderci responsabilità, fare gruppo, denunciare, organizzare sit-in e protestare, riqualificare anche quel che non spetterebbe a noi, rendere dura la vita a chi imbratta i nostri muri, vende veleno ai nostri concittadini o peggio gli aggredisce. Torino, ad oggi, sta diventando invivibile. Ho sviluppato stress post traumatico, depressione e giro in taxi da anni, oltre a pagarmi terapia e farmaci, grazie alle esperienze maturate nella “mediamente sicura” Torino. Sono una persona tra tante, vostre concittadine, maschi o femmine o quant’altro. Nascondiamo la testa sotto la sabbia, ci rassegniamo al coprifuoco o facciamo qualcosa per riprendercela? Ci battiamo spesso per cause più grandi di noi quando il cambiamento inizia sempre e solo dal basso.

    Rispondi
    1. Rob
      11 Agosto 2019

      Ciao D.
      grazie per il tuo commento, lungo e dettagliato. Al quale però è difficile controbattere, nel senso che sicuramente tu vivi questa città da molto più tempo di me, e in prima linea visto che sei tassista e giri, immagino, tutte le zone, incluse le più “toste”. Posso capire anche il tuo malanimo contro l’immigrazione incontrollata, perché concordo con te sul fatto che aprire i confini e far entrare tutti non sia un bel servizio, né per chi è già dentro e soprattutto non lo è per chi entra.
      Ciò detto, la questione percezione è reale. Se vivi in contesti “difficili” un po’ ti abitui a capire dove sta il pericolo e dove no, lo saprai meglio di me. Giusto stasera ho attraversato a piedi San Salvario, come spesso faccio, e non posso fare a meno di considerare che, se fossi donna, se fossi giovane, se fossi indifesa, probabilmente cercherei di fare un’altra strada.
      Di chi è la colpa? Di chi è arrivato ed è stato messo per strada senza arte ne parte? Di chi avrebbe dovuto dare una chance a queste persone, integrarle, aiutarle invece che farle diventare un’emergenza a meri fini elettorali? Dico anche: oltre alle ronde di giustizieri della notte, non si potrebbero organizzare ronde di persone che accolgono, integrano, aiutano?
      Io una risposta me la sono data. Ma in questo periodo non è quella che va per la maggiore.
      Ti abbraccio e ti auguro in bocca al lupo per la tua guarigione.
      Rob

      Rispondi
  3. chia
    26 Aprile 2019

    Ciao, mi sono trasferita 7 mesi fa a Torino con mio marito per motivi di lavoro e mi fa piacere lasciare il mio personale parere. Vengo da Napoli, quindi una città che non si può definire proprio tranquilla, e all’inizio Torino mi dava una sensazione di insicurezza, probabilmente dovuta al fatto che non conoscessi bene i luoghi nei quali stavo vivendo. Poi con il tempo ti rendi conto che Torino è una città tranquilla, se attui le normali misure di sicurezza che dovresti prendere in qualsiasi altra grande città. Io vivo nei pressi del tanto famigerato MOI e devo dire che non è pericolosa neanche questa zona, anche perché è presidiata h24 dalle forze dell’ordine. Certo, probabilmente appartarsi al Valentino alle 3 di notte non è una grande idea ma non lo sarebbe neanche nella civilissima Stoccolma. Spero di esservi stata utile, un saluto e complimenti per il blog…ci è servito molto all’inizio della nostra vita a Torino!

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