Sette famosi fuorisede a Torino

Personaggi famosi vissuti a Torino
7 minuti di lettura

POV: ti sei appena trasferit* a Torino. Città nuova, relazioni sociali da ri-costruire, un ambiente che non conosci e che può sembrare spaventoso o perfino pericoloso, devi trovarti alloggio e lavoro. Insomma, un bel casino.

Ti senti un pesce fuor d’acqua?

Tranquill*. Ci siamo passati tutti. Io ormai quasi 9 anni fa, ma ho ancora in mente la sensazione. E a volte ancora mi capita di sentirmi spaesato, soprattutto dopo giornate storte, anche quando Torino è solo la cornice.

Per questo ho scritto questo post. In cui parlo di chi, come noi ma ben più famoso di noi (o magari no, se sei una celebrità!), ha fatto il nostro stesso percorso, trasferendosi da fuorisede a Torino decenni o secoli orsono, con alterne fortune.

E siccome a volte sogno situazioni assurde a occhi aperti, ho provato anche a immaginarli oggi.

Cosa farebbe un Gramsci se fosse studente fuorisede a Torino nel XXI secolo?

E Juvarra? E Nostradamus? (Sì, anche Nostradamus).

Ma il mio preferito è un altro, lo trovi al fondo del post.

E come disse il finto Alberto Angela… “Se avete la pazienza di seguirmi”…    

Antonio Gramsci

  • Provenienza: Ales (Oristano, ma allora Cagliari).
  • Indirizzo torinese: Piazza Carlina (dove ora c’è il NH Hotel)
  • Occupazione: studente di lettere e filosofia, giornalista, filosofo.

Antonio Gramsci era una persona seria, precisina, posata, perbene. E non lo dico solo perché è un altro sardo che arriva a Torino, come qualcuno di mia conoscenza.

Arrivò in città nel 1911, carico di molti sogni e pochi soldi, visto che campava con sole 70 lire al mese, che a mala pena gli bastavano. Ma non si arrese, da vero idealista. Uno di quelli che oggi intratterrebbe infinite discussioni sui modelli economici dell’indo pacifico e distribuirebbe copie di Lotta Comunista agli angoli di strada, salvo poi disconoscerne la svolta marxista leninista. 

Friedrich Nietzsche

  • Città di provenienza: Lützen, Germania (allora Prussia)
  • Indirizzo torinese: via Carlo Alberto 6
  • Occupazione: scrittore e filosofo.

Il buon Federico potrebbe essere il perfetto profilo dello studente fuorisede a Torino impegnato in un Erasmus. Primo periodo di feste free drink ed entusiasmo, tanto da fargli scrivere che si trova in una città  “magnifica e singolarmente benefica”. Poi arriva il down, il logoriodella vita cittadina, fino allo sbrocco totale, nel suo caso quando vede un cocchiere che accoppa il suo cavallo, probabilmente un trisavolo di quelli che oggi lasciano l’auto in terza fila e non fanno passare le persone sulle strisce pedonali.

Friedrich si distingue comunque per aver scritto a Torino una robetta come l’Ecce Homo. Quindi fu più produttivo di un buon 80% degli Erasmus. Me incluso.

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Cesare Lombroso

  • Città di provenienza: Verona
  • Indirizzo torinese: via Verdi angolo via Vanchiglia
  • Occupazione: medico, docente universitario, scienziato.

Qui più che di studente fuorisede parlerei di lavoratore trasfertista, visto che Cesare Lombroso arrivò qui da Verona quando la sua posizione era già piuttosto consolidata negli ambienti accademici. Torino gli piacque talmente tanto da rimanerci fino alla morte e anche dopo. Puoi vederne lo scheletro nell’omonimo museo di Antropologia Criminale, che ti consiglio vivamente ed è incluso nell’abbonamento Torino Musei.

Col senno di poi non ci prese tantissimo, convinto com’era che disturbi mentali e tendenze al crimine fossero dovute a cause fisiologiche come la forma del cranio. A Torino si integrò comunque ottimamente.

Oggi probabilmente sarebbe un Barone da cattedra universitaria, che ti farebbe sbavare sangue per arrivare al 18. Solo dopo averti misurato il cranio per capire se hai effettivamente studiato, ovviamente.  

Filippo Juvarra

Altro classico dei fuorisede a Torino è il meridionale che viene a cercare fortuna al nord e fonda un’impresa edile, che se fosse successo nel 2021 col 110% girerebbe col Maserati.

Federico Juvarra, per gli amici Pippo o’curtu, fece comunque una discreta fortuna anche ai suoi tempi, entrando nelle grazie della real casa Savoia che gli commissionò, oltre alla Reggia di Venaria, lo scalone di palazzo Madama, e soprattutto la basilica di Superga. Con quel cognome, fosse attivo oggi gli avrebbero fatto fare anche lo Juventus Stadium.

Juvarra Stadium. Suona bene.

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Italo Calvino

  • Città di provenienza: Sanremo (anche se nacque a Cuba)
  • Indirizzo torinese: via Santa Giulia
  • Occupazione: studente, scrittore, giornalista

Il rapporto tra liguri e torinesi è conflittuale, a tenersi bassi. I primi odiano la presenza sabauda nelle loro spiagge e autostrade (e cercano di ostacolarla, in ogni modo), i secondi vanno a farsi spellare vivi dai primi, incolonnandosi come bestiame sulla A6 in cerca di un po’ di sole e una parvenza di spiaggia.

Nonostante questa acredine, anche Italo Calvino decise di affrontare la vita del fuorisede a Torino. Prima si iscrisse in Agraria, senza gran successo. Nel dopoguerra riprovò con Lettere, e fu la scelta giusta. In Marcovaldo Torino è la protagonista mai nominata, un archetipo di città post boom economico che attira immigrati allettandoli con prospettive di benessere, per poi mangiarseli vivi.

In pratica la trama del “ragazzo di campagna”.

Michel de Nostredame aka Nostradamus

Poi ci sono quelli che a Torino vengono con buone intenzioni, ma dopo un primo ambientamento trovano il modo per hackerare il sistema e campare di espedienti. Tipo il giochino delle tre carte davanti alla stazione di Porta Nuova (sì, fino a qualche anno fa lo facevano davvero), o i più moderni commerci di NFT, Crypto, Dropshipping.

Nostradamus fu più sul genere Maestro do Nascimento, un affabulatore capace di scrivere frasi ambigue interpretabili come in un modo e nel loro contrario. Su questa capacità c’è chi intorta ricchi insicuri, chi fa gli oroscopi su Rai 2, e chi fonda religioni.

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Jean Jacques Rousseau

  • Città di provenienza: Ginevra, Svizzera
  • Indirizzo torinese: prima in via Porta Palatina, poi in via Po
  • Occupazione: studente, bottegaio, maggiordomo, maniaco sessuale

Se vieni dal paesello, anche una città tutto sommato tranquilla come Torino può diventare Las Vegas. Almeno, se sei un sedicenne con gli ormoni a palla e una rigida educazione calvinista.

Tipo Jean Jacques Rousseau, che arrivò a Torino negli anni ’20 del 1700 carico di sper…anze e di voglia di scop…rire le bellezze cittadine. E non parlo della Mole, che venne tirata su a metà ‘800.

Quello che è uno dei padri dell’Illuminismo venne in città per convertirsi al cattolicesimo, ma passò presto a molestare anche i buchi delle serrature con approcci stile maniaco con l’impermeabile. Chiuse la sua avventura torinese con un furto (di cui accusò una sua collega) e un licenziamento. Il resto è Storia.   

Pensi che mi sia inventato tutto? Leggi qui e qui.

In conclusione: che fuorisede a Torino ti senti?

Come hai visto, di fuorisede a Torino ne sono passati un po’, e non li ho neanche elencati tutti.

Spero che a leggerne le gesta la malinconia sia un po’ passata. E se proprio non lo fosse, puoi sempre lasciare un commento a questo post, indicandoci che genere di fuorisede a Torino vorresti essere. E perché hai scelto proprio Jean-Jacques Rousseau.

Jean, se ci leggi dall’aldilà, si scherza ovviamente!

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Cagliaritano classe 1982, web marketer appassionato di basket, giochi di ruolo, viaggi. Dal 2014 vivo (a) Torino, ma ancora non ho imparato a fare i controviali.

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