Fortuna e superstizioni a Torino: un itinerario per studenti scaramantici

Toro portafortuna a Torino
5 minuti di lettura

Nell’anno di grazia 1982 Antonello Venditti cantava “Torino vuol dire Napoli che va in montagna”. Forse quel giorno Antonello aveva esagerato col San Simone, ma almeno una cosa in comune con Napoli c’è: Torino è una città superstiziosa. Piena di leggende, simboli, riti, flussi di energia positiva e negativa.

Se sei capitato in questo post anche tu lo sei, sbaglio? Siediti, lascia che legga il tuo sguardo.

Vediamo…ti sei trasferito a Torino. Forse sei un lavoratore fuorisede…no, aspetta. Uno studente universitario fuorisede!

Potresti essere del centro sud? Sì, è probabile. Sento i vostri accenti ovunque, è ciò che rende questa città vivace. Magari anche scaramantico? Un pochino, senza strafare. Un cornetto, un braccialino verde, le stesse mutande a ogni esame. Cose così.

A questo giro però non hai studiato. E ora sfogli il calendario in cerca del giusto santo a cui votarti per arrivare almeno a un 18.

Lascia perdere il calendario. Sei nel post(o) giusto al momento giusto. Sono il Maestro di vita Rob Do Nascimento, e questa è la guida-definitiva-alle-superstizioni-di-Torino™. I portafortuna che ti indicherò porteranno nella tua vita felicità, ammmore, ambi secchi al lotto e buoni voti che convinceranno i tuoi genitori a pagarti un altro anno di fancazzismo a Torino.

Sei pronto a fare il pieno di fortuna a Torino?  Ci vediamo in piazza San Carlo.

Dal toro portafortuna di Torino al dito di Colombo

La Torino con i dané fa colazione qui, in piazza San Carlo. Guardando verso piazza Castello, alla tua sinistra sotto i portici troverai sul pavimento il bassorilievo bronzeo di un bovino rampante.

È il toro portafortuna di Torino, ornamento dell’omonimo café inaugurato negli anni ‘30. Schiacciargli le palle con una pedata pare porti molta fortuna. I turisti vengono qui apposta. I torinesi fingono di non crederci ma una pestata la danno sempre. Il toro non se la passa bene, ma sopporta.

Attenzione. La calpestata non dev’essere plateale. Per funzionare devi fingere che il piede sia capitato lì solo per caso.

Prosegui con me in Piazza Castello, all’interno dei Giardini Reali riaperti da poco al pubblico. Si dice che il sottosuolo di Torino sia attraversato da tunnel, creati per collegare alcune delle residenze reali, nascondendo i laboratori alchemici nei quali veniva custodita la pietra filosofale.

Cazzate? Forse. Se però la leggenda è esatta, uno degli ingressi è proprio qui, sotto la Fontana di Nereide e dei Tritoni. È stata realizzata nel 1767 da Simone Martinez, ed è uno dei focus di energia positiva più forti della città.

Riattraversa la cancellata di piazza Castello (i due tizi a cavallo sono Castore e Polluce, e anche a loro fanno parte delle storie di superstizioni a Torino) per costeggiare il porticato alla tua sinistra. Poco oltre l’ingresso della Biblioteca Reale, ecco un altro portafortuna di Torino: Cristoforo Colombo. Non lui, ma il suo mignolo.

Anche questo bassorilievo risale agli anni ‘30, e commemora la partecipazione degli italiani d’America alla Grande Guerra. La vicinanza a una sede universitaria gli ha però garantito anche una certa fama come amuleto: basta strofinargli il dito (ormai più lucido della tetta di Giulietta a Verona) e il 30 è assicurato.

Mole Antonelliana? No no no. Gran Madre? Sì sì sì!

Un’altra superstizione tutta torinese è quella legata alla Mole Antonelliana. Vietatissima agli studenti universitari, almeno fino al giorno della laurea. Puoi visitare il bellissimo Museo del Cinema, ma non salire sulla Mole, se non vuoi fare la fine di Icaro e degli abitanti di Babele. Sospetto c’entri la vicinanza con Palazzo Nuovo, sede universitaria di Torino nonché edificio di una bruttezza imbarazzante.

Andiamo dritti per i portici di via Po, che collegano il palazzo reale con piazza Vittorio Veneto e attraversiamo il fiume per concludere il nostro tour portafortuna a Torino alla Gran Madre.

La chiesa è stata eretta nel 1831 e celebra il rientro in città dei Savoia dopo la cacciata napoleonica, ma è anche fulcro di decine di leggende. Ad esempio pare che, nel luogo dove ora sorge la chiesa, un tempo sorgesse un tempio a dedicato a Iside, divinità egizia associata alla conoscenza e alla saggezza. Due cose che a un esaminando servono sempre.

Un’altra leggenda sulla Gran Madre è legata ancora al mondo dell’alchimia: in un percorso che parte da Piazza Statuto (il punto della Nigredo, ovvero morte o dissoluzione), e passa da Piazza Castello (Albedo, la purificazione) la Gran Madre è il punto di Rubedo, l’arrivo, dove l’alchimista può “riunirsi alle energie primordiali realizzando l’unione di corpo, anima e spirito, per contemplare il Tutto”.

Se tutto va bene, ora dovresti essere capace di deviare domande a trabocchetto con stessa facilità con cui Neo deviava le pallottole con lo sguardo in Matrix. Potresti perfino concederti un drink nei dintorni, tanta è la fortuna che hai accumulato. In tal caso, eccoti qualche indirizzo utile per un aperitivo a Torino.

Grazie a questi consigli sulle superstizioni di Torino hai peso 30 all’esame? Lascia un commento esprimendo la tua gratitudine!

Se invece non è servito a nulla e ti hanno bocciato, o hai ottenuto un rinvio dell’appello…che ci fai su Internet? Vai e studia! Capra Ignorante!

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Cagliaritano classe 1982, web marketer appassionato di basket, giochi di ruolo, viaggi. Dal 2014 vivo (a) Torino, ma ancora non ho imparato a fare i controviali.

1 commento

  1. Katja
    3 Ottobre 2019

    Ma sai che non sapevo che gli studenti, fino alla laurea non potessero salire sulla Mole Antonelliana? Mi viene in mente Bologna: ho avuto alcuni amici che ci hanno studiato e fino a quando non hanno finito l’università, non siamo potuti salire sulla Torre degli Asinelli!

    Rispondi

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