FIAT, e Torino: una città e un’economia costruita attorno all’automobile, che da un giorno all’altro si è svegliata senza più economia, ma con ancora un sacco di automobili per le strade.
A pensarci, mi vengono in mente quei romanzi Harmony dove la protagonista viene mollata dal marito per una più giovane e bella, trovandosi sola coi conti da pagare e un futuro tutto da ripensare.
Anche in una relazione finita di merda ci possono essere stati dei bei momenti, no? L’innamoramento, il corteggiamento, i primi figli assieme. E la prima casa, in corso Dante, che oggi è sede del Centro Storico FIAT.
Un posto meraviglioso per trascorrere una domenica pomeriggio a Torino, soprattutto quando inizia a piovere e far freschetto.
Il Centro Storico FIAT in pillole
Il Centro Storico FIAT ripercorre l’albero genealogico della casa automobilistica torinese, dalla fondazione alla sua “morte”, la FIAT Multipla del 1998, un escremento su quattro ruote.
Fa strano pensare che in questo stabile ci fosse una fabbrica di automobili. Certo, poco più che un’officina, inaugurata nel 1907 e che una decina di anni dopo avrebbe lasciato posto al Lingotto, trasformandosi in sede di rappresentanza e poi in archivio nel 1963.
Si trova in corso Dante, a Torino. Per la precisione al numero 20 di via Chiabera (ma fa angolo con corso Dante), ed è un edificio di un’eleganza fuori dal tempo. Uno stabile liberty al cui ingresso sostano come due corazzieri le 4HP, il primissimo modello della fu FIAT prodotto nel 1899.
La storia italiana vista dall’abitacolo di una FIAT
Nel 1899 circolavano appena 111 auto in tutto il paese, e gli italiani erano per lo più agricoltori. Ecco perché uno dei primi modelli di successo della FIAT fu un trattore, il FIAT 702.
Negli anni ‘20 gli italiani si scoprirono fieramente fascisti – salvo poi ripensarci in tutta fretta un ventennio dopo – e bisognosi di un’auto. Per loro nacquero la Balilla (prima auto ad avere un vero nome non composto da un numero) e la 500 Topolino, due tra i modelli più riusciti di ogni tempo, tutt’oggi icone del made in Italy.
Dopo guerra, atto secondo: il boom economico e dei consumi. L’Italia viaggia in 500 ma sogna di sfrecciare su una 124 spider. E per permettersela, si emigra a Torino per lavorare nelle stesse fabbriche che la producono.
La carrellata di auto del Centro Storico si ferma agli anni ‘70. Nessuna Panda. Nessuna Uno. Nessuna nuova 500, forse l’ultima FIAT davvero riuscita. L’unica citata tra i modelli recenti è la Multipla. Vedi sopra.
Fabbrica Italiana Automobili Torino. Ma non solo Automobili. E non solo Torino
L’avresti detto? Negli anni ‘10, la FIAT produceva anche biciclette. Allora mezzo molto utilizzato, ora soltanto molto odiato dagli automobilisti.
Avanti veloce: negli anni ‘60 ecco gli elettrodomestici a marchio FIAT. Lavatrici, frigoriferi. Bruttarelli a vedersi, ma pare molto solidi e apprezzati.
Sorprende, almeno me, che la FIAT avesse perfino una casa di produzione cinematografica, la CineFIAT. Manco a dirlo, dedicata a promuovere il brand attraverso cartoni animati, spot, documentari e mini film.
Le perle nascoste del Centro Storico FIAT
Il piano terra del Centro Storico FIAT è quasi interamente dedicato alle auto. Salendo le scale, di auto non ce n’è neanche una. Almeno, non in lamiera.
È la parte per me più affascinante del Centro Storico FIAT: le auto raccontate non attraverso il prodotto, ma le sue rappresentazioni, i suoi progetti, le persone che le hanno progettate e assemblate per decenni, i luoghi da loro frequentati ogni giorno.
Ecco quindi i manifesti pubblicitari FIAT, da inizio del secolo scorso ai nostri giorni, o quasi. Opere d’arte, realizzate da illustratori più o meno famosi.
Poco distante, una riproduzione fedele dell’ufficio dell’Ingegner Dante Giacosa, uno che per la FIAT ha dato i numeri: 500, 124, 127 128, auto immortalata anche in alcune foto vintage di mio padre, fieramente in posa accanto a una versione Sport con un outfit che sembra rubato dall’armadio del Libanese di Romanzo Criminale.
In fondo alla sala, l’album fotografico della famiglia FIAT. I pionieri della velocità al volante, le primissime catene di montaggio, le piste di collaudo del neonato Lingotto (oggi centro commerciale e galleria d’arte).
I volti sorridenti dei dirigenti che stringono mani e degli operai sofferenti che stringono bulloni. La FIAT è stata soprattutto il loro sacrificio, sradicati dai loro paesi a cercare una vita migliore giù al nord, guardati come alieni e trattati come pericolosi invasori.
Peccato non aver imparato molto da quella lezione.
Concludendo la visita al Centro Storico FIAT (e pure il post)
Visitare il Centro Storico FIAT richiede meno di due ore, è aperto soltanto la domenica, dalle 10 alle 19 e, cosa molto interessante, è completamente gratuito.
Te la consiglio, anche se non ti piacciono le automobili. È un modo diverso per osservare e capire Torino e chi ci abita, che volente o nolente con la FIAT ha avuto a che fare e che oggi la rimpiange o la ripudia.
E tu, sei già stato al Centro Storico FIAT? Che ne pensi?