7 cose particolari da vedere a Torino, se ci sei già stato o se ci vivi da poco

Cose particolari da vedere a Torino
8 minuti di lettura

Facciamo un gioco. Immagina che venga improvvisamente a trovarti un amico, un parente, chi vuoi tu. Ma questa persona già conosce Torino, ci è stato in vacanza tempo fa. Gli piace, certo, ma stavolta vorrebbe qualcosa di nuovo, di originale.

A Torino ti sei già trasferito/a da un po’; diciamo qualche settimana, magari un mese o due. Ragion per cui, chi viene a trovarti si aspetta che tu conosca ogni mattone di questa enorme e misteriosa città. Mica puoi ridurti alla solita Mole Palazzo Reale, che sì, belli eh, però anche basta.

Quindi? Dove vai? Cosa fai? Come te la cavi? Ti servirebbe una mano. Che so, una lista di cose particolari da vedere a Torino. E dove la trovi una cosa simile?

Ma che te lo dico a fare, che c’è il tuo vecchio –ma non troppo- amico Rob a toglierti le castagne dal fuoco, anche quando non è stagione di castagne. Te li do io 7 luoghi particolari da vedere a Torino.

Disclaimer a uso e consumo di eventuali webeti in vena di cavillare: so che il concetto di cose particolari da vedere a Torino è molto opinabile, ma ho cercato di inserire le cose che rimarrebbero fuori da un ipotetico itinerario delle attrazioni essenziali da vedere a Torino, sia per un turista che per una persona appena trasferitasi qui.

Ecco quindi la mia personalissima lista dei luoghi insoliti di Torino, sparsi equamente ai quattro angoli della città, così non facciamo distinzioni tra centro e periferie.

La Fetta di Polenta

Io ho avuto difficoltà a stare nel mio primo appartamento di 30mq, ma anche vivere in uno stabile il cui lato più largo misura 16 metri e quello più stretto appena 54 cm non dev’essere uno scherzo. Parlo di Casa Scaccabarozzi è più nota come Fetta di polenta a causa dell’inconfondibile forma sottile e trapezioidale che sembra sfidare ogni regola della fisica e del buon senso.

A progettarlo fu Alessandro Antonelli, architetto della Mole (non per nulla Antonelliana) che, pare per scommessa o per far dispetto al proprio dirimpettaio, sfruttò un fazzoletto di terreno libero tra corso San Maurizio e via Giulia di Barolo per tirar su un intero palazzo e andarci ad abitare con la moglie. Posso già immaginare la di lei gioia nel trasferirsi in un edificio di 7 piani (più 2 sotto terra) distribuito su una superficie d’appoggio di una scatola di fiammiferi.

La Fetta di Polenta è una delle cose più curiose che ti capiterà di vedere a Torino, ma anche la dimostrazione tangibile di due cose: la sterminata fantasia dell’uomo e la tipica parsimonia dei piemontesi.

Il Villaggio Leumann

Quando fare impresa significava ancora  rendere migliore la vita propria e altrui e non delocalizzare in Slovenia per ridurre i costi e mandare a casa 500 padri e madri di famiglia c’erano persone, come il signor Napoleone Leumann, che erano disposti a creare per i propri operai un intero villaggio dove abitare, studiare, pregare e vivere in armonia.

A essere onesti, non avrei dovuto inserire il Villaggio Leumann tra i luoghi particolari di Torino, visto che è poche spanne fuori città, nel comune di Collegno. Ma questo insieme di edifici in stile Liberty vale il viaggetto fuori città, per il suo effetto visivo tipo “casette di marzapane”, con gli edifici ancora abitati e la stazionetta tornata al suo splendore.

Al Villaggio Leumann trovano posto le case, la scuola (perché Leumann credeva fermamente nell’importanza dell’istruzione), la chiesa (nonostante lui fosse calvinista) e la stazione, oggi info point. È una visita che fa godere la vista, ma anche il cuore.

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Il tetto del Lingotto

Dici “Torino” e pensi “FIAT”, anche se ora è più corretto pensare alla FCA. E se sei uomo o lesbica, non ti sarà difficile.

Per molti anni il cuore produttivo della FIAT è stato questo enorme edificio dallo stile razionalista, la prima vera catena di montaggio taylorista della città, nel quale sono state assemblate vetture storiche come la Topolino e la Balilla fino alla Lancia Delta, sogno proibito del tamarro anni ’80. Ora è un (ennesimo) centro commerciale, ma i suoi piani alti sono stati adibiti a pinacoteca di opere donate alla città dagli Agnelli, 23 capolavori di artisti come Balla, Canova, Picasso e Canaletto.

Se le opere d’arte non ti impressionano, esci e meravigliati della pista – con tanto di curve paraboliche – sul tetto dell’edificio, a suo tempo utilizzata per collaudare le auto FIAT assemblate ai piani bassi (la catena di montaggio si sviluppava dal basso verso l’alto). Se neppure questo ti sembra rubricabile tra i luoghi insoliti di Torino, goditi almeno la vista sull’arco alpino a 360°.

E se anche questo ti lascia indifferente…senti, scendi e fai shopping come tutti gli altri.

La Villa della Regina

Alla stregua dei peggiori palazzinari, i Savoia detenevano la proprietà di 22 (ventidue) residenze, sparse qua e là per il Piemonte. Se già conosci un minimo Torino, probabilmente hai anche visitato almeno due o tre di queste. Azzardo: Palazzo Reale? Celo. Reggia di Venaria? Celo. Palazzo Madama? Celo. Villa della Regina?

Come, non ti sei mai inerpicato sui colli torinesi per sbirciare questa splendida reggia seicentesca, nonché patrimonio dell’Umanità UNESCO, nonché location di una delle cose più curiose che troverai a Torino, ossia l’unico vitigno urbano DOC del mondo?

Forse è ora di farlo. Di ammirare il maestoso giardino, di farti guidare nella reggia, che fu residenza reale e poi istituto scolastico per orfane, di goderti la vista sulla città che, seppure non panoramica come quella del Monte dei Cappuccini, ha sempre il suo perché. Soprattutto se sei in dolce compagnia.

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Il museo Pietro Micca

Ci sono musei, a Torino, che vengono sistematicamente presi d’assalto, come l’Egizio e il Museo del Cinema. Ma ci sono anche musei più piccini e nascosti, che non si incula quasi nessuno con minor appeal, ed è un gran peccato, perché custodiscono storie, testimonianze e personaggi incredibili.

Il museo dedicato a Pietro Micca è tra questi. Un po’ perché la storia dello sfigatissimo soldato-eroe è raccontata con maestria dai fantastici volontari che animano e difendono il museo. Ma anche e soprattutto perché il museo sorge proprio sopra il sistema di gallerie predisposto per difendere la città dall’assedio dei francesi nel 1706, dandoti la possibilità di vedere un pezzetto di una Torino sotterranea e misteriosa, oltre all’ultimo baluardo – assieme al mastio della Cittadella – del sistema difensivo della città.

Il MAU, Museo di Arte Urbana di Torino

Quanti musei a cielo aperto hai visto nella tua vita? Io nessuno, almeno finché non mi sono trasferito in Borgo Campidoglio. Il MAU, Museo di Arte Urbana è (copiando dal loro sito ufficiale) “…il primo museo di arte contemporanea all’aperto in un centro urbano in Italia. È un percorso a cielo aperto tra più di 170 opere realizzate sui muri di case e piazze del Borgo Vecchio Campidoglio, visitabile gratuitamente”.

Sì insomma, street art, ma diffusa e incorniciata in uno degli angoli più suggestivi e particolari di Torino. Riuscirai a trovare tutte le opere del museo senza l’aiuto della mappa?

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Il dito di Colombo

Tutti quelli che sono stati almeno una volta a Torino sono andati a rompere i coglioni al toro sotto i portici di piazza San Carlo. In senso letterale. Ma se sei un convinto animalista, o semplicemente solidarizzi coi testicoli del bovino, c’è un’alternativa meno cruenta: il dito di Cristoforo Colombo.

Si tratta di un altorilievo del navigatore, posto sotto i portici di piazza Castello (se sei di fronte alla cancellata del Palazzo reale, lo trovi costeggiando i portici alla tua destra, superata la biblioteca Reale), il cui dito mignolo viene sfregato come rituale di buon auspicio, soprattutto dagli studenti in cerca di un po’ di culo per esami e affini. E così come la famosa tetta di Giulietta a Verona, si è completamente lucidato a furia di essere toccato.

Se ti stai chiedendo cosa succede a tirare il dito di Colombo…no, niente scoregge.

E con Cristoforo Colombo si conclude il tour tra le cose particolari da vedere a Torino. Ora la palla passa a te: qual è il luogo più curioso che ti è capitato finora di vedere in città? Lascia un commento e toglici questo insostenibile dubbio!

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Cagliaritano classe 1982, web marketer appassionato di basket, giochi di ruolo, viaggi. Dal 2014 vivo (a) Torino, ma ancora non ho imparato a fare i controviali.

2 commenti

  1. Silvano
    23 Maggio 2019

    Grazie !!
    sempre interessante utile e divertente leggervi!!
    silvano

    Rispondi
    1. Rob
      11 Agosto 2019

      Ciao Silvano, grazie del tuo apprezzamento! Quali altri argomenti ti piacerebbe leggere su Vivo Torino?
      Un abbraccio, Rob

      Rispondi

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