Adottare un bambino a Torino: intervista a Sveva, mamma di Tommaso e blogger de “I colori delle mamme”

Due Madri - Giulia Salza
6 minuti di lettura

Se ti sei preso la briga di leggere questa pagina, saprai che Vivo Torino si pone come obiettivo di raccontare la città attraverso gli occhi di chi ci abita ma non ci è nato. Soprattutto i miei, ma non solo.

Ecco perché, con questa prima intervista, cercherò di coinvolgere anche altri occhi, altre menti, altri cuori nel mio scopo, torinesi di nascita o di adozione.

Cominciando da una bella storia, che parte da colori cupi e grigi – quelli ai quali l’immaginario ha legato per anni e frettolosamente la città di Torino – per esplodere in un arcobaleno di tonalità accese e allegre, come sa essere il sorriso di un bambino.

Facciamo un bell’applauso a Sveva, mamma (adottiva) d Tommaso e blogger de I colori delle mamme.

Cominciamo proprio da I colori delle mamme: ci è voluto tanto coraggio per mettere a nudo sentimenti e sensazioni, soprattutto quelli più cupi e tristi?

Quando Tommaso è arrivato nella mia vita ho avuto da subito il desiderio fortissimo di condividere la mia esperienza con altre donne in attesa e mamme adottive. Uscendo dal nero e dal grigio del dolore di aver scoperto che io e mio marito non saremmo riusciti ad avere figli naturalmente, volevo raccontare che quel dolore che sembra insormontabile e così maledettamente grande, si può superare.

Anzi, credo di aver avuto il coraggio di raccontare nel dettaglio soprattutto proprio questi momenti scuri, come ci si può rialzare ed essere una famiglia pur con inevitabili difficoltà iniziali. Sono tante le donne che mi scrivono e che si riconoscono nelle mie parole, nelle mie emozioni. È bello sapere che le mie parole servono a dare speranza!

Rimanendo in tema di colori: per te qual è il colore dominante di Torino?

Il verde e l’azzurro… strano vero? Beh io non sono originaria di questa città, ma da quando vivo qui ho cercato di ritrovare quelli delle mie origini. Il verde dei parchi e l’azzurro del cielo. Ho esplorato nel mio tempo libero gli spazi verdi della città, ce ne sono davvero tanti!

E anche se l’azzurro del cielo è difficile da scorgere… nelle giornate in cui, magari dopo un acquazzone, esce fuori il sole e illumina tutto… Torino diventa bella da togliere il fiato!

Pubblicità

Pensi che Torino sia una città a misura di mamma? E a misura di bambino?

Credo che si stia facendo molto in questo senso. Sono tanti, per esempio, i cerchi di mamme che stanno nascendo, gli incontri di sostegno alla genitorialità, le associazioni che propongono attività per le famiglie.

Purtroppo però c’è ancora molto da fare, basti pensare a quanti ristoranti e pizzerie a Torino non hanno nemmeno un fasciatoio nel bagno per poter cambiare il bambino, o un menù dedicato per i più piccoli. Ricordo ancora la pizzeria di una nota catena che non disponeva di seggiolini per i bambini, contrattempo che ci ha costretti a scegliere un altro locale. Manca ancora un po’ di attenzione verso le famiglie con bambini.

Nell’iter di adozione in che modo si è posta Torino? Ti sei sentita supportata? Hai trovato empatia o indifferenza?

Sì, tutto è stato molto costruttivo e abbiamo incontrato operatori che con professionalità ma soprattutto umanità ci hanno accompagnato nel nostro percorso, dal primo corso alla presentazione della domanda in Tribunale a Torino, fino ai colloqui con l’equipe.

Gli assistenti sociali e gli psicologi vengono spesso dipinti come invadenti ed inquisitori, nel nostro caso abbiamo avute due professioniste che con serietà e soprattutto tanta competenza ci hanno supportato. I colloqui sono stati un modo per guardarci dentro come singoli e come coppia, rafforzando la determinazione della nostra scelta.

Pubblicità

I nostri blog hanno (almeno nelle mie intenzioni) in comune la voglia di raccontare storie. Ce n’è una che ti ha colpito maggiormente, tra le altre?

È davvero difficile sceglierne una, ogni storia è unica. Quando si forma una famiglia attraverso l’adozione è sempre una magia, un intreccio di vite talvolta distanti chilometri l’una dall’altra che finalmente si incrociano.

Nel mio blog ho dedicato una sezione alle interviste e alle esperienze di adozione. Mi piace poter raccontare la molteplicità delle storie possibili!

Un luogo comune abbastanza trito sui torinesi è che siano falsi e cortesi. Quale potrebbe essere un analogo luogo comune sull’adozione da sfatare?

Uno che ho provato in prima persona, legato all’opinione spesso diffusa che riesce ad adottare un bambino piccolo in adozione nazionale sia un raccomandato o abbia conoscenze in Tribunale. Tommaso aveva 7 mesi e noi avevamo presentato domanda un anno prima, quando è arrivata la telefonata del Tribunale.

Non abbiamo avuto alcun iter preferenziale, l’adozione nazionale era nei nostri pensieri ma mai avremmo creduto che ci sarebbe stato un bambino così piccolo per noi e in così poco tempo. Abbiamo sempre risposto che l’unica raccomandazione che avevamo era ai piani alti, molto alti, che la storia della nostra famiglia fosse già scritta, che fossimo destinati a incontrarci.

Pubblicità

Il 13 Maggio si svolgerà l’evento I colori dell’adozione: sarà presentato il libro Cara adozione, ci sarà un live painting dell’illustratrice del tuo blog, Giulia Salza, e verranno letti alcuni brani tratti dal tuo blog. Preoccupata, eccitata, emozionata?

Soprattutto molto emozionata. Per la prima volta I colori delle mamme uscirà dalla sua realtà virtuale e incontrerà di persona il suo pubblico in un evento, organizzato con ItaliaAdozioni, ricco di tante esperienze di vita reale, storie di genitori e figli adottivi che, proprio come ho fatto io nel blog, si sono messi a nudo e hanno raccontato l’emozione dell’adozione.

Ma direi anche eccitata, perché abbiamo messo il cuore nel cercare di rendere l’evento unico e riuscire, nel contempo, a trasmettere davvero cosa significa essere una famiglia adottiva, in tutti i suoi aspetti. Quindi non fate i timidi e passate a trovarci, vi aspettiamo numerosi!

Pubblicità
Cagliaritano classe 1982, web marketer appassionato di basket, giochi di ruolo, viaggi. Dal 2014 vivo (a) Torino, ma ancora non ho imparato a fare i controviali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scorri in alto